Nei movimenti e nelle lotte ci sono eventi che segnano momenti fondamentali, spartiacque storici che definiscono un prima e un dopo. Sainte-Soline rappresenta uno di questi momenti, non solo per il movimento “Soulevement de la Terre”, ma per ogni lotta a difesa del suolo e dell’acqua.
Da un lato è stato appena scritto un capitolo in cui il livello repressivo imposto ai manifestanti ha rialzato l’asticella dello scontro come non si vedeva da anni. Dall’altro lato viene fatta eco a quelle che sono le risposte e le riflessioni che il movimento sta facendo emergere in seguito alla massiccia mobilitazione che ha portato oltre 30 mila persone dalla Francia e oltre ad incontrarsi per tre giorni nella regione di Poitou, nella Francia occidentale.
Intendiamo dare il nostro sostegno alle oltre 200 persone ferite, a quelle con danni gravi agli arti ed alla vista, alle due persone che si trovano tuttora in coma e a tutti e tutte le compagne che si sono trovate in un vero e proprio scenario di guerra.
Non si tratta solo di un mega progetto idrico ma di una lotta globale contro il modello di sfruttamento economico e politico che sta impoverendo, ammalando e uccidendo l’ecosistema, noi umani inclusi.
A Sainte-Soline, così come in Valsusa, la risposta dello Stato all’ecocidio in corso e agli interessi economici di sfruttamento è stata espressa in maniera forte e chiara: non più silenzio passivo, non più fuga dalla responsabilità e dalla propria coscienza bensì una risposta, forte e violenta, a difesa di ogni tentativo possibile di salvare il Sistema.
Il progetto contro cui la mobilitazione di “Soulevement de la Terre” e le oltre 150 organizzazioni e migliaia di singoli individui si sono mossi rappresenta di per sé un tentativo dannoso di proteggere gli interessi agroindustriali e le speculazioni privatistiche sull’acqua.
A fronte di una crescente siccità ed erosione del suolo, nella regione di Poitou si sta sperimentando una mega-opera di stoccaggio delle acque per salvare il mercato agroindustriale in un’ottica a breve termine. Il mega-bacino è difatti costituito dallo scavo di una serie di crateri che si estendono su di una superficie pari a 16 ettari di terre agricole, che funzioneranno da vasche per il pompaggio dell’acqua dalle falde acquifere per lo stoccaggio, in previsione dell’irrigazione estiva a fronte della crescente siccità. Questo sistema di stoccaggio idrico interessa esclusivamente l’irrigazione dei terreni utilizzati nell’agroindustria per la monocultura del mais destinato all’allevamento estensivo. Un proverbiale cane che si morde la coda, considerato che il problema della siccità è intrisecamente connesso proprio a questo modello agricolo che erode il suolo e svena le risorse idriche a disposizione. Non solo la costruzione del mega-bacino rappresenta un semplice palliativo a breve termine ai problemi produttivi dell’agroindustria, ma è anche strettamente legata ad un processo di privatizzazione dell’acqua.
Sainte-Soline è un vero e proprio territorio di sperimentazione che servirà a portare in tutta la Francia questo modello idrico. Per questo il mega-bacino si trova attualmente al centro delle mobilitazioni da parte del movimento “Soulevement de la Terre”, di cui fanno parte i consorzi di agricoltori locali che da oltre dieci anni lottano contro l’agroindustria e le politiche di privatizzazione dell’acqua.
Mega progetti come quello di Sainte-Soline, come anche il TAV, vengono giustificati da quella che appare come una lamentosa rivendicazione ecologista dall’alto, ma in verità sono progetti di distruzione intorno cui ruotano solo interessi economici e politici. Il profitto è da sempre ciò che scomoda il Sistema e la sua violenta risposta ad ogni forma di mobilitazione rappresenta il volto radicale del capitalismo.
Siamo oggi testimoni ed allo stesso tempo protagonisti di una crescente siccità e di un mondo che brucia: bruciano i boschi, le montagne ma anche i sistemi immunitari ed i corpi.
I giornali già urlano l’emergenza e la Regione Piemonte ha già pronti sul tavolo 23 progetti che riguardano grandi invasi per l’ammontare di 3 miliardi di euro. E sappiamo già che questo genere di progetti non risolvono il problema ma anzi lo aggravano.
Allo stesso tempo la repressione contro ogni forma di mobilitazione sta aumentando:ricordiamo infatti che in Italia è ancora in esame la proposta di legge per il reato di ecoterrorismo con l’introduzione del nuovo articolo 416-quater del codice penale, in materia di associazione per delinquere con finalità di eco-terrorismo, e le modifiche agli articoli 513 e 635 del medesimo codice, in materia di turbativa dell’esercizio di attività economiche e di danneggiamento.
Se a Sainte-Soline abbiamo imparato qualcosa è che la lotta per la terra e per l’acqua è più che mai urgente tanto quanto violentemente repressa, con un gioco di forza sproporzionato. Ma anche che, ora più che mai, il moltiplicarsi e l’unirsi delle lotte tutte è ciò che più può mantenerci al sicuro. Perché, su quel campo di guerra premeditata, oltre alle granate, alle pallottole di gomma e ai lacrimogeni c’era anche una furiosa marea solidale che non ha voluto lasciare nessuno indietro. Ricordiamo questo per portare la nostra solidarietà anche ai medici di Street Medic, al comune solidale di Melle e agli agricoltori che nei giorni di mobilitazione e in quelli successivi hanno fornito informazioni, protezione, assistenza e cura.
La lotta al mega-bacino è la lotta al Tav, ai mega-progetti ambientali, all’estrattivismo, alle multinazionali, al capitalismo e allo sfruttamento di tutti gli esseri viventi.
A questo proposito invitiamo alla mobilitazione chiamata per il 17-18 giugno nella valle della Maurienne per fermare il progetto Torino-Lione. A questo link la chiamata di Soulevement de la Terre.
Alcune NoTav
Caza Feu https://t.me/cazafeu