Ripartire dalla fine…

Recuperate e occupate le terre dell’interconnessione Susa-Bussoleno

Per un progetto di lotta No Tav che guarda al futuro

Dallo scorso inverno un gruppo di No Tav e nemic* delle nocività ha pulito e recuperato alcuni terreni tra Santa Petronilla e Coldimosso – al confine tra Bussoleno e Susa – in parte di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana, in parte di privati cittadini.

Proprio qui, sotto i nostri piedi, in un tempo ancora non determinato, le trivelle mortifere di Telt, già appaltate a una cordata imprenditoriale guidata da Italferr (controllata dalle stesse Ferrovie dello Stato), sbucheranno con il cosiddetto “Tunnel di interconnessione Susa-Bussoleno”.

Si tratta della galleria a doppia canna che consentirà alla linea ferroviaria “storica” di connettersi con la nuova linea ad alta velocità, perforando circa 2 km di montagna all’interno del massiccio del “Crée di cou“, già attraversato dalla galleria autostradale “Prapontin” e dal tunnel ferroviario diretto a Meana.

Si potrebbero trarre numerose considerazioni da tale progettazione scellerata. Ci basta qui constatare come la decisione di far percorrere alla linea alta velocità una lunga ed inutile parabola all’interno della montagna, prima di rigettarla sulla piana di Susa verso la presunta “Stazione Internazionale”, per fiondare infine i treni a tutta velocità all’interno del più noto tunnel di base Susa-St. Jeanne de Maurienne, rappresenti l’ennesima occasione per “allungare la broda” e riempire i soliti portafogli, l’ennesimo escamotage per prolungare a dismisura i lavori. Per noialtri cantierizzazioni, movimento terra, perforazioni e militarizzazione. Per lorsignori una grande abbuffata nelle solite tasche e fiumi di stipendi per i dipendenti di Telt e del Mininstero degli Interni.

Inoltre, è chiaro dalle stesse carte prodotte dall’allora LTF, come tale tunnel incontrerà problematiche devastanti in materia di venute d’acqua. Gli unici (e incompleti) dati idrogeologici disponibili sono quelli relativi alla realizzazione della galleria autostradale Prapontin, che all’epoca del suo scavo svuotò (e continua a svuotare) enormi masse d’acqua preziosissima. Ci suonano vive le memorie di molti abitanti di Mattie che raccontano come la località “Cumbeteise“, poco più a ovest, fu abbandonata proprio all’indomani dello scavo della galleria ferroviaria verso Meana (fine anni ’70 – primi anni ’80), quando tutti gli antichi pozzi che fornivano approvigionamento idrico alla borgata, rimasero completamente prosciugati, determinandone la morte.

La galleria di interconnessione rappresenterà l’ultimissima tranche di lavorazioni Tav che occuperanno e devasteranno la media valle, con migliaia di tonnellate di cemento colate nella già sfortunata piana tra Susa e Bussoleno, il deposito di materiali nocivi, lo scoinvolgimento della viabilità stradale, ferroviaria e autostradale e una militarizzazione che spezzerà in due la valle per un periodo – almeno nei piani al ribasso di Telt – che dovrebbe investire i prossimi dieci-undici anni.

E proprio rispetto alle tempistiche, ci sorprende rilevare come, a parere di un documento di previsione e risoluzione dei rischi in materia di sicurezza, firmato dal consorzio “Nitel” nel 2017 e commissionato da Telt, si preveda di concludere proprio su Bussoleno le lavorazioni ultime della grande opera. Questo a causa della scarsa difendibilità del sito, assieme alla “radicata opposizione esistente nel territorio di Bussoleno, unitamente al fatto che le aree del sito saranno utilizzate per tutta la durata dell’opera, che porta ad una necessità di presidio del sito per oltre 10 anni”.

Vale a dire: hanno intenzione di sfiancarci attraverso tempi lunghi e repressione.

Ebbene, tali terreni, già in attesa di esproprio, da decenni versano in completo stato di abbandono: puntualmente interessati da incendi (proprio a causa dei treni in discesa che, frenando, provocano scintille sulle rotaie), privi di qualsiasi cura da parte di RFI, sono faticosamente conservati soltanto da un pastore e il suo gregge di pecore.

Abbiamo perciò deciso di recuperare tali terreni perchè vogliamo farci trovare qui, se mai arriveranno.

Abbiamo deciso di occuparne le porzioni di proprietà RFI perché non ne riconosciamo la legittimità, quanto piuttosto l’incuria e l’abbandono che ha determinato in quest’area.

Abbiamo deciso di investirci le nostre forze, il nostro lavoro, le nostre competenze, perchè crediamo che ci sia la necessità di spazi, di terra, di campi d’azione su cui – letteralmente – provare a coltivare la lotta che ci investirà a breve, e dovrà trovarci preparat*, nello scenario sempre più fosco di repressione e arretramento della partecipazione.

Sulle terre è già attivo il progetto “Farmacia Viva”, una coltivazione di piante officinali e aromatiche che, trasformate, andranno a costituire una farmacia sociale presso lo spazio “Caza Feu” di Bussoleno.

Le aree che saranno cantierizzate occupano una superficie molto vasta e il nostro modesto contributo non rappresenta che una esigua porzione di tale enorme spazio, che si estende dall’Isolabella sino a Traduerivi e ancora, da San Giuliano sino a San Giacomo (dove pare che Telt realizzerà la prorpia sede valligiana, presso la casa di cura…). Non resta che rimboccarsi le maniche, affinché “La cura è nella terra” e “No Tav” non siano solo due slogan, ma concreti e terreni indirizzi di lotta, presenti e futuri. Non lasciamo a Telt spazi vuoti!

Concludiamo con una nota storica, che ci ispira e ci insegna. La tenace memoria locale, su cui stiamo effettuando una ricerca, ci indica che tali terreni rispondono al nome “i Debat“, località dove nel febbraio del 1944 un gruppo di partigiani attaccarono una tradotta ferroviaria di rifornimento diretta al fronte alpino. Il sabotaggio fu portato apparentemente proprio da queste parti: il convoglio rimase gravemente danneggiato e il traffico fu interrotto per due giorni. La rappresaglia nazista che ne scaturì portò a numerosi rastrellameni e alla fucilazione di cinque partigiani nei primi di marzo, tuttora ricordati da una lapide a Coldimosso.

Ci piace dedicare la nostra iniziativa agli ignoti giovani che parteciparono all’azione e ai cinque caduti della repressione nazifascita, sicur* di seguirne il chiaro esempio. La resistenza continua.

Valsusa Servaj

Link utili:

https://www.programmazioneeconomica.gov.it/wp-content/uploads/2018/03/Documento-di-sintesi.pdf

http://via.regione.piemonte.it/torinolione/6-%20C3.B%20GEOLOGIA/C3B_65-TUNNEL%20DI%20INTERCONNESSIONE%20SUSA-BUSSOLENO/C3B_65-15-GALLERIE%20DI%20INTERCONNESSIONE%20-%20NODO%20ORSIERA-PRAPONTIN/

https://www.valsusaoggi.it/tav-in-valsusa-nuovo-tunnel-a-bussoleno-e-piana-di-susa-italferr-si-aggiudica-la-direzione-lavori-e-lalta-sorveglianza/

https://www.lagendanews.com/incendio-in-valsusa-sulla-montagna-di-coldimosso-verso-mattie/

http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Col%20di%20Mosso,%20Susa,%2009.03.1945.pdf