Scienze sociali e gestione pandemica: un invito al dibattito

«…Con l’inizio di una nuova ondata di restrizioni a febbraio del 2022, sarebbe importante riconoscere pubblicamente che le politiche portate avanti finora (lockdown selettivi, controlli armati, zone a colori, tracciamento, green pass, obbligo vaccinale) non hanno avuto l’effetto annunciato sul contenimento del contagio – i dati ufficiali pongono l’Italia tra le nazioni con la più alta percentuale di morti attribuiti al Covid-19 da inizio pandemia – ma hanno avuto invece conseguenze devastanti sul tessuto sociale e politico del Paese. Il presupposto di una gestione pandemica che non ha precedenti nella storia umana, ovvero l’idea che l’umanità iper-tecnologica del terzo millennio abbia gli strumenti per tracciare e debellare un virus contagioso, si è rivelato una fallace illusione di superba onnipotenza.
Oggi che i contagi sono totalmente fuori controllo, mantenere le misure adottate negli ultimi due anni, anzi sperimentare forme di segregazione sociale inedite per i non vaccinati, come si sta facendo in questi ultimi mesi, è ingiustificato e pericoloso, frutto di un perverso accanimento senza alcuna motivazione sanitaria. Il fallimento degli obiettivi annunciati viene nascosto con la riproposizione della logica del capro espiatorio…»

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Da Radio Blackout, trasmissione «Sfasciapassare #12», 9 febbraio 2022. Intervista a un gruppo di docenti e di ricercatori universitari per parlare della loro presa di posizione pubblica contro l’obbligo vaccinale recentemente imposto al personale dell’università in tutta Italia, e in generale contro l’esibizione del green pass sul posto di lavoro e nelle altre aree della vita quotidiana.

Ascolta l’audio dell’intervista ad alcuni dei docenti firmatari: